giovedì 20 dicembre 2012

@ La Stella di Natale





È quasi Natale, tempo di fiabe e di festose atmosfere, tempo di narrare della Stella di Natale, dei tanti nomi e tante facce di questa magnifica "stella"...

I primi europei a scoprirla furono gli spagnoli di Cortès che, giunti nella odierna Città del Messico nel 1520, la notarono fra una moltitudine di fiori e frutti che venivano trasportati in canoa nella laguna della città per essere donati loro dai sudditi di Montezuma.

La Stella di Natale era coltivata dagli Indios e dagli Aztechi, che la conoscevano col nome di "Cuetlaxòchitl" e la consideravano simbolo di purezza.
Gli Aztechi credevano ad una leggenda secondo la quale alcune gocce di sangue di una dea, morta per amore, si riversarono sulle brattee della Poinsettia, regalandole il magnifico colore che anche noi ancora apprezziamo.

Le sue meravigliose brattee rosse, così calde al nostro sguardo, simboleggiano "l'amore verso il prossimo" e "la fiducia smisurata e illimitata".

Le radici di questa simbologia risalgono ad una leggenda messicana, che narra che in una notte di Natale una bambina di nome Lola era in chiesa ed ammirava i doni che le persone più ricche portavano all'altare.
La povera bimbetta soffriva di non poter fare altrettanto e piangendo chiese a Gesù cosa potesse fare per dimostrargli il suo amore.
D'improvviso una voce, che proveniva da una grande luce, le suggerì di uscire, di raccogliere un fascio di sterpi e di erbe qualsiasi e di portarlo in chiesa deponendolo sull'altare.
Lola corse a raccogliere gli sterpi e, portatili in chiesa, li vide trasformarsi in rami che sulle sommità portavano delle meravigliose stelline rosse, che sembravano splendere alla luce delle candele.
Tutti i presenti pensarono ad un miracolo e da allora la la Poinsettia divenne il simbolo del donare e dell'amore verso gli altri, diffondendosi largamente. In Messico presero a comparire un po' ovunque.

Sembra comunque che i primi a utilizzare i rami recisi della Poinsettia durante la processione natalizia siano stati i frati francescani della città di Taxco, sulle cui colline l'avrebbe poi vista per la prima volta il diplomatico che la introdusse negli Stai Uniti.

In quella zona si utilizza ancor oggi una sostanza colorante ricavata dalle sue brattee rosse per tingere le lane, mentre dal suo lattice gli Indios traggono un potente medicinale per combattere gli stati febbrili.

La peculiarità nella nomenclatura di questa pianta è la grande varietà: ai due nomi botanici si affiancano, infatti, i numerosi nomi volgari, sempre molto evocativi, con i quali viene chiamata nelle varie parti del mondo.

Il nome botanico è Euphorbia pulcherrima (Euphorbia dal nome di Euforbio, medico personale di Giuba, re dei Numidi, che pare sia stato il primo a scoprire i principi velenosi contenuti nel lattice di questa famiglia di piante, e pulcherrima che in latino significa "bellissima"); l'altro con cui la conosciamo è Poinsettia, ma se non fosse intervenuto Carlo Linneo, questa pianta probabilmente si chiamerebbe Tittimali o Tittimalli, che in greco significa all'incirca "pianta che produce germogli".

2 commenti:

  1. Buone Natale all'autrice del blog
    Grazie per aver pubblicato questo articolo interessante!

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  2. Grazie a te. Fa piacere quando si coglie l'interesse,un'arte che andrebbe sempre coltivata.
    Buon Natale anche a te.

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